Citroën Méhari verde
Nato il 19 settembre 1959 a Napoli, Giancarlo Siani muove i primi passi nel giornalismo durante gli anni dell'università e dimostra da subito un forte impegno nel denunciare le condizioni di disagio sociale, specialmente tra i più giovani, nelle zone più emarginate della città partenopea.
Nel mentre scrive anche di lavoro nero, diritti negati, malaffare, corruzione, morti bianche, cultura e movimenti per la pace.
La promozione arriva presto: "Il Mattino" di Napoli lo assume per ricoprire l'incarico di corrispondente da Torre Annunziata.
Con le inchieste sulla camorra scava sempre più in profondità, fino ad arrivare alla pubblicazione del celebre articolo in cui avanza l'ipotesi che l'arresto di Valentino Gionta (boss della camorra e fondatore dell'omonimo clan) fosse il prezzo pagato dal clan Nuvoletta (alleato dei Corleonesi di Totò Riina) per evitare una guerra con il clan di Bardellino (esponenti della Nuova Famiglia). Nonostante le ripetute minacce e le crescenti intimidazioni, Giancarlo Siani persevera nel lavoro di giornalista investigativo, consapevole del rischio personale che corre ogni giorno.
Tra il 1979 e il 1985, pubblica 651 articoli, molti dei quali su fatti di criminalità organizzata napoletana, ma la camorra non tollera l'esposizione mediatica della sua rete criminale e delle sue attività illecite.
Il 23 settembre 1985, a soli 26 anni, Giancarlo Siani viene assassinato a sangue freddo, sotto casa e con 10 colpi di pistola sparati al volto, da due membri della camorra, mentre è ancora seduto nella sua Citroën Méhari verde.
La morte di Giancarlo Siani lascia un vuoto doloroso nel mondo del giornalismo investigativo e nella lotta contro il crimine organizzato. Ma anche se la sua vita è stata spezzata così presto, il suo lavoro e il suo coraggio vivono ancora oggi. Giancarlo Siani è diventato un simbolo di resistenza e coraggio. Oggi, trentanove anni dopo la sua morte, il suo ricordo continua a ispirare giornalisti, attivisti e cittadini comuni nella lotta contro le mafie. La sua voce può essere stata silenziata per sempre, ma il suo spirito battagliero vive nei cuori di coloro che continuano a combattere per la legalità.