Una lettera dal Presidente
La mattina del 14 marzo 2019 ho inviato una copia del mio ultimo libro "Un nemico di parole" al Presidente della Repubblica, dopo che l'8 marzo avevo avuto il permesso per farlo; in allegato ho scritto una lettera in cui raccontavo brevemente la storia di Gerhard Kurzbach, il protagonista del libro, il quale durante la seconda guerra mondiale salvò la vita a più di duecento ebrei polacchi e nel 2012 è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem, l'Entre israeliano per la Memoria della Shoah. Il libro è stato poi auto-pubblicato.
Quello dell'invio del mio libro è stata una decisione presa di pancia, istintiva; navigando sul web ho scoperto che era possibile inviare lettere ed email al Quirinale, così ho deciso prima di scrivere alla Segreteria del Presidente e poi di inviare il mio libro con annessa lettera personale.
Non mi sarebbe importato assolutamente nulla di ricevere una risposta dal Quirinale, tra l'altro nella quasi totalità dei casi è il Capo di Gabinetto del Presidente a rispondere, quando c'è una risposta.
Ho inviato il mio ultimo libro al Presidente senza alcuna pretesa, perché il mio desiderio era semplicemente quello di onorare la memoria del sottufficiale Kurzbach nel modo più alto possibile, ossia il Presidente della Repubblica, la massima carica istituzionale e il garante della Costituzione.
È sciocco da dire, ma è la verità: quando all'ufficio postale hanno preso in carico il pacco con la lettera e il libro, io mi sono sentito profondamente entusiasta! Avevo inviato il libro al Presidente! Mattarella avrebbe letto la mia lettera, sfogliato alcune pagine del mio libro, forse letto uno o due capitoli, insomma avrebbe conosciuto la storia di un uomo coraggioso, altruista e straordinario: Gerhard Kurzbach.
Non mi sarei mai aspettato di ricevere una lettera scritta a mano e firmata da Mattarella. Per me è stato un grandissimo onore.
«La ringrazio molto per il vostro invio di "Un nemico di parole": l'ho letto volentieri e con interesse. Con tanta cordialità, Sergio Mattarella.»